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Verso l'Autosufficienza

Kombucha, elisir di lunga vita

La Kombucha è una bevanda fermentata a base di tè che trova le sue origini in oriente e che sta avendo negli ultimi anni una grande diffusione anche qui in occidente.
La sua origine è avvolta dal mistero, si trovano tracce fin dal 250 a.c in Cina dove veniva già considerata come un elisir dalle mille proprietà benefiche, bevuto dai membri della dinastia Qin.
La leggenda ci racconta che l’imperatore Qin Chi HuangdiKombucia, primo imperatore della Cina unificata, chiese a un medico di creare un elisir di lunga vita e così nacque la Kombucha. I cinesi credono che questa bevanda fermentata crei un equilibrio tra milza e stomaco aiutando la digestione.
Anche dal Giappone si tramandano leggende per cui sembra fosse stata usata da un medico per curare l’Imperatore Kombu, da cui deriverebbe il nome della bevanda.
Le proprietà benefiche del kombucha avrebbero spinto anche i samurai giapponesi, nel X secolo a. C., a bere l’infuso prima di ogni combattimento, dal momento che li rendeva più forti e in salute, e di certo sono proprio i benefici attribuiti alla bevanda che hanno permesso che arrivasse fino ai giorni nostri.

Secondo la storia, il kombucha sarebbe arrivato in Occidente dalla Cina per mezzo della Russia, dove il processo di preparazione della bevanda sarebbe stato introdotto tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900. Ben presto divenne molto popolare e diffusa in Russia ed Ucraina, patrie di altri celebri cibi fermentati.

Perchè imparare a leggere l'INCI

INCIL’INCI, (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) è l’elenco degli ingredienti cosmetici espresso secondo una nomenclatura standard e dal 1997 è diventato obbligatorio per le case cosmetiche scrivere su ogni prodotto il proprio INCI.
Nella pratica, si tratta di quelle etichette che si trovano sulle confezioni dei prodotti di cosmesi scritte in carattere quasi illeggibile e piene di nomi strani comunque poco comprensibili.
Imparare a leggere e comprendere tutti gli ingredienti è complicato, ma voglio segnalarvi alcuni criteri che possono aiutarvi a comprendere meglio la composizione del prodotto che avete tra le mani.

  1. L'INCI riporta in ordine decrescente l’elenco degli ingredienti (da quello presente in percentuale maggiore fino a quello presente in tracce) . In genere, nelle composizione a uso cosmetico, l’ingrediente più rappresentato è l’acqua.
    inci lenteQuando leggete sull’etichetta la presenza di una particolare sostanza, soprattutto se pregiata, che nella lista si trova agli ultimi posti, siate consapevoli che è presente in tracce e, in realtà, non potrete usufruire delle sue portentose capacità. Per esempio, per esplicitare le proprie funzioni benefiche, il miele dev'essere presente in una percentuale minima del 10%, ma quasi mai appare tra i primi ingredienti, è sempre presente in quantità infinitesimali che assolutamente si perdono nel totale del composto! Il problema è che la nostra Legge permette di segnare in etichetta che la tal crema "è al miele" (o a base di altre sostanze particolarmente allettanti per l'acquirente) anche se ne contiene solo un'ombra!
  2. Un altro piccolo aiuto per comprendere le tipologia di prodotti presenti è la lingua utilizzata.
    Tutto quello che è scritto il latino rappresenta ingredienti di origine vegetale. Viene infatti riportato il loro nome botanico in latino.
    Le sostanze che invece troviamo scritte in inglese sono quelle che hanno subito una trasformazione chimica. I coloranti invece sono scritti sempre in fondo con la sigla CI che sta per Colour Index, seguita da un numero identificativo.
  3. Profumi: possono essere naturali o di sintesi. Se non è indicata l’origine naturale, si tratta di prodotti di sintesi. La
    voce Parfum può indicare una miscela di decine o centinaia di sostanze (!!!)

Questi sono alcuni piccoli trucchi per comprendere meglio la composizione dei prodotti che compriamo proprio al fine di non farci prendere in giro!!!

Autoprodurre per salvare il pianeta

terra inquinamentoUno dei motivi che ci spinge ad autoprodurre, oltre alla soddisfazione e alla passione per ciò che facciamo, è anche quello di dare il nostro piccolo contributo all’ecologia.
Creare da sé significa:
utilizzare meno risorse, usare pochi e controllati ingredienti nel rispetto dell’ambiente, ridurre i packaging usa e getta (i nostri li riutilizziamo decine di volte!), limitare l’inquinamento provocato dal trasporto dei prodotti. L’acquisto di materie prime è mirato, si evita lo spreco, si acquista solo ciò che serve.
In ecovillaggio il fai-da-te sta prendendo sempre più spazio, in particolar modo nell’ambito alimentare e per ciò che riguarda l’igiene personale e della casa.

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