La rosa canina è una specie spontanea appartenente alla famiglia delle Rosaceae, è la specie di rosa spontanea più comune in Italia, molto frequente nelle siepi e ai margini dei boschi.
Questa pianta deve il nome canina a Plinio il Vecchio, che affermava che un soldato romano fu guarito dalla rabbia con un decotto di radici.
La parte più interessante è costituita dal frutto o meglio, dal falso frutto, simile a una bacca carnosa di colore rosso-arancio che oltre a combattere le infezioni alle vie respiratore (orecchie, naso e gola), accresce la possibilità di assorbimento del ferro contenuto in altri alimenti, controlla il livello di colesterolo nel sangue, rende attiva la vitamina B9 (acido folico) e si rivela un ottimo antiossidante.
I frutti contengono vitamina C in grande quantità, oltre quaranta volte quella contenuta nelle arance, nonché polifenoli, acidi organici, tannini e pectine.
Ha un’azione immunostimolante nel prevenire influenze e raffreddori, in particolare nell’infanzia; è un tonico naturale, perché favorisce l’utilizzo, da parte delle cellule, dell’energia disponibile nell’organismo; neutralizza l’azione distruttiva di radicali liberi e sostanze tossiche, come i derivati del fumo.
I frutti si possono raccogliere proprio ora, dopo le prime gelate risultano essere maturi e pronti all’uso privati di semi e peluzzi.
Si possono anche utilizzare come decotto con una manciata di frutti freschi in ½ litro d’acqua e far bollire per 10 minuti, invece essiccati e schiacciati nel mortaio possono essere utilizzate per una tisana.
Un modo molto semplice con cui noi utilizziamo questo frutto magico è cogliendolo dalla pianta e succhiarne solo un po' della polpa, senza arrivare ai semi e peluzzi.
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