Gennaio 2010, mio figlio Pietro ha 2 anni e mezzo e, come capita a molti bimbi, inizia ad avere tosse e febbre quasi a 39°, è lucido, sereno, gioca e ha solo alcuni momenti in cui è un pochino più infastidito, ma la notte dorme senza problemi.
All'epoca ci affidavamo ancora alle cure "ufficiali", per cui dopo due giorni sentiamo il pediatra, ci dice di dare paracetamolo e di fare aerosol con cortisonico e broncodilatatore. Seguiamo le indicazioni, ma la febbre, finito l'effetto delle medicine, risale a livelli ancora più alti. Risentiamo il medico che prescrive un ciclo di antibitico a largo spettro, dopo una settimana il bimbo sta nettamente meglio: non ha più febbre, ma ha ancora un residuo di tosse che via via sparisce.
Un mese dopo ci ritroviamo da capo, stessa trafila: 3 giorni di febbre alta, nuovo ciclo di antibiotico, remissione.
Il mese successivo di nuovo: Pietro ha febbre e tosse, ma per il resto sta bene, ogni tanto è un po' più abbattuto, ma per la gran parte della giornata gioca ed è tranquillo. Io ed Ermanno ci rifiutamo di partire con un terzo ciclo di terapia e scegliamo di aspettare, monitorando semplicemente la situazione... la febbre rimane alta per 5 giorni, poi si abbassa un giorno, risale alta per un altro e poi svanisce, da sé. La tosse migliora via via fino a sparire... e non torna più fino a gennaio 2011, momento in cui ci ritroviamo nella stessa situazione, anche questa volta scegliamo di stare tranquilli e ci ripromettiamo di ricorrere al medico se vedessimo un peggioramento... che non avviene. Il decorso è il solito: 5 giorni di febbre, un giorno di sfebbramento, un giorno di risalita, risoluzione.
Il protocollo del pediatra era di dare antibiotico dopo 3 giorni di febbre, ma Pietro, evidentemente aveva un decorso diverso dalla media.
Da quel febbraio del 2010 nostro figlio non ha più assunto un antibiotico e non ha più avuto alcuna forma di bronchite.
Secondo il Manuale MSD per professionisti medici,
"La febbre consiste in una temperatura corporea elevata (> 37,8° C misurata a livello orale o > 38,2° C a livello rettale), o un aumento della temperatura corporea superiore alle normali variazioni circadiane. La febbre si verifica quando il termostato del corpo (situato nell'ipotalamo) imposta una temperatura più elevata, soprattutto in risposta a un'infezione."
Ripetiamo insieme "La febbre si verifica... IN RISPOSTA A..." , già da questa descrizione si intende bene che NON è la febbre il problema, ma è un tentativo del nostro corpo di FRONTEGGIARLO ed è indice di una reazione fisiologia e sana.
La temperatura che sale durante un'infezione è un meccanismo di difesa naturale correlato all'attività del Sistema Immunitario che si è attivato. Molti microrganismi potenzialmente patogeni entrano in sofferenza quando la nostra temperatura sale oltre i 37°, per questo è importante non interrompere questo processo.
L'aumento di calore accelera le reazioni metaboliche, favorisce l'utilizzo delle riserve energetiche e stimola ulteriormente il Sistema Immunitario: si attivano i linfociti T CD8 (capaci di distruggere cellule cancerose e cellule infettate da virus) e sono stimolati anche i neutrofili, quel tipo di globuli bianchi in grado di attaccare selettivamente i batteri. Inoltre, l'innalzamento di temperatura attiva un insieme di enzimi che rendono l’ambiente corporeo poco ospitale per la prolificazione dei patogeni.
Alcuni studi hanno dimostrato che l'utilizzo di farmaci antipiretici può prolungare lo stato patologico in alcune malattie infettive.
Nella Medicina Naturale Olistica la febbre ha inoltre la funzione di detossinare il corpo, più in particolare, di "ripulire" il tessuto connettivo (quel prezioso luogo in cui le cellule vivono e tramite il quale si interconnettono)
Detto questo, è indubbio che spesso la febbre è fastidiosa e provochi disagi: sonnolenza, dolori articolari, mal di testa, spossatezza, inappetenza.
Lo studio della Naturopatia ha ribaltato molte certezze acquisite durante l'università di Medicina, una di queste è che quando ci si ammala la causa è, per lo più, esterna a noi o causata da un nostro "malfunzionamento".
Negli anni ho approfondito molto la visione olistica del corpo e sono giunta alla conclusione che non c'è nulla di ciò che ci succede su cui non abbiamo responsabilità o potere di intervento, questo perché, come afferma Claudia Rainville, "ogni sintomo è un messaggio" portato a noi dal nostro corpo nella sua infinita perfezione e dedizione alla Vita.
Il nostro corpo si ripara e rigenera quando entra in azione il sistema nervoso parasimpatico, quello del riposo, del recupero e della digestione, stante ciò, provate a rivedere i sintomi indotti dalla febbre. Quello stato di torpore e malessere ci spinge al riposo, ad entrare in quella fase in cui è il sistema parasimpatico a prevalere sull'ortosimpatico (l'altra branca del Sistema Nervoso Autonomo che presiede alla veglia e all'attività) per permetterci di destinare tutte le energie esattamente là dove servono.
"Beh, ma sapendolo potremmo riposarci senza che sia il corpo ad imporcelo?"... già, ma quanti di voi, sentendosi sufficientemente bene darebbero al proprio corpo il tempo necessario per riprendersi? Quanti terrebbero a casa i propri figli da scuola se non li vedessero davvero abbattuti? E, soprattutto, come faremmo noi genitori a convincere bimbi, pùberi e adolescenti a stare a riposo se non si sentissero sfiniti e acciaccati?
No, no, tranquilli, non vi sto dicendo che dobbiamo necessariamente patire o vedere i nostri cari soffrire ogni volta che arriva la febbre, fortuntamente la natura ci viene in soccorso in maniera dolce con rimedi che accompagnano il processo senza sopprimerlo, per vedere cosa si può fare, leggete la "Pillola di Salute Consapevole" di oggi.
NOTA: ci sono casi selezionati in cui è fondamentale rivolgersi tempestivamente al proprio medico (tendenza a convulsioni febbrili, febbre che non recede, aggravamento dei sintomi...). Per il resto, il consiglio che vi do è di stare in osservazione e valutare l'andamento clinico senza allarmarsi.
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