Due primi ministri stanno discutendo di importanti questioni chiusi in una stanza.
All'improvviso, entra urlando nella stanza un uomo, livido e furioso, i pugni che battono sul tavolo.
Il primo ministro locale alza gli occhi e lo ammonisce: “Peter, per favore, ricordati la regola n.6”.
Immediatamente, Peter si calma, si scusa e se ne va.
I politici tornano alla loro conversazione, ma venti minuti dopo sono di nuovo interrotti dall'arrivo di una donna agitatissima, che gesticola in modo isterico. Di nuovo l’intrusa viene accolta dal primo ministro locale con le parole: “Mary, per favore, ricorda la regola n.6”. E di nuovo torna la calma, e anche la donna si ritira di buon ordine scusandosi.
Quando la scena si ripete per una terza volta, il primo ministro ospite si rivolge al collega: “Ho visto di tutto nella mia vita, ma non avevo mai prima d’ora visto una scena così sorprendente. Per favore, puoi rivelarmi il segreto della regola n.6?”.
“È molto semplice”, risponde il primo ministro locale,
“La regola n.6 dice: "Non prenderti così maledettamente sul serio."
"Ah”, dice l’ospite, "è un’ottima regola. E, se posso chiedere, quali sono le altre?”
“Non ci sono altre regole”.
Benjamin e Rosamund Zander
Ho ascoltato per la prima volta la regola numero 6 direttamente dalla voce di Story durante il primo Summercamp della via del Cerchio svolto qui in ecovillaggio. Sul momento mi sono sentito smarrito nel pensare a quante volte mi capita di prendere troppo sul serio ciò che mi succede o che capita attorno a me. Dare troppo peso alle cose che accadono rende più difficile guardare con oggettività la situazione, comprendere le priorità e trovare nuovi approcci e soluzioni.
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