"Essere coerenti è fondamentale",
così mi è stato insegnato e così è come ho cercato di essere... sempre...
Poi, un giorno, durante il mio percorso di ricerca interiore, mi è capitato tra le mani un libricino che parlava di "incantesimi" e il mio punto di vista ha avuto un altro angolo da cui guardare certi "comandamenti".
Essere coerenti significa "fare ciò che si pensa", bene, ottimo!
Il problema è che, il più delle volte, è proprio il pensiero che, agganciato e manipolato da paure e convinzioni limitanti, ci porta ad agire totalmente scollegati dalla nostra Autenticità, creando maschere e automatismi comportamentali che ci inchiodano in vite mai vissute fino in fondo.
Quante volte mi sono adeguata per non essere esclusa, per paura del giudizio, per essere vista?
Quante volte mi sono sentita sbagliata per il mio fuoco, tanto da reprimerlo anziché imparare a direzionarlo al meglio?
Quante volte il bisogno di approvazione e appartenenza mi hanno convinta che il mio sentire fosse sbagliato?
Essere "coerenti" va bene... finché non cambiamo il pensiero.
Finché non ci accorgiamo che quelli non eravamo noi, che era la paura di non andare bene, di essere abbandonati, giudicati, esclusi, inadeguati, non amati a tenere il volante.
Finché, lavorando su di noi, le emozioni tornano alla loro natura di dinamicità, all'essere utili sintomi di qualcosa che è stato agganciato dentro e non dittatori assoluti della nostra esistenza scambiati per essenza e sensibilità.
Finché ci accorgiamo che la Felicita, quella vera, non è fatta di cose, riconoscimenti e persone, ma è uno stato dell'Essere.
Finché la Serenità interiore non dipende più da ciò che accade fuori, ma è quella nota di base su cui danzano gioia e dolore.
E allora arriva la consapevolezza che "cambiare idea e agire diversamente" non è sempre male, non è uguale a sbagliare.
In Medicina cinese si dice che "ciò che ristagna imputridisce" e così succede a noi quando ci imponiamo di non cambiare mai nulla in nome della "coerenza".
Quando iniziamo ad esplorare i nostri abissi, quando cominciamo a ripulirci dagli strati di credenze che abbiamo accatastato sulla nostra Anima, quando lasciamo andare con dolore e gratitudine cose, persone e situazioni, quando usciamo dalla nostra personale Matrix, è lì che cambiare idea è il dono più grande che facciamo a noi stessi e agli altri. Ed è lì che iniziamo ad evolvere davvero.
Sì, lo definisco evolvere, perché la Vita stessa è evoluzione e l'evoluzione implica un cambiamento che la testa rifiuta perché non vuole attraversare il dolore per ciò che ci lasciamo alle spalle.
Story diceva "È tempo di liberare noi stessi e liberare gli altri".
E io, di fronte a chi non comprende il perché del mio e del nostro cambiamento, a chi lo giudica senza chiedere, a chi pensa che siamo sotto qualche forma di malvagio incantesimo, a chi si allontana indignato, posso solo rispondere... Aho!
Ciao Gabriella, ciao mamma, ti siamo grati per il percorso fatto insieme fino a qui.
Ti auguriamo che i tuoi prossimi passi ti portino verso ciò che senti davvero importante e fondamentale per la tua vita.