Quando le persone vengono a trovarci qui in ecovillaggio una delle curiosità più grandi è “Perché hai deciso di cambiare vita a 40 anni?”.
Spesso vado a pensare cosa sia successo, se ci sia stato un innesco particolare o se qualche personaggio strano vestito tutto di nero mi abbia offerto di scegliere tra una pillola blu o una rossa, ma pur concentrandomi non ricordo eventi particolari che possano avermi spinto verso questo nuovo percorso.
So solo che per me il cambiamento è un cammino lungo fatto di piccoli e grandi passi che ci portano a modificarci fino al momento in cui, guardandoci dentro, non ci sentiamo la persona che eravamo prima.
Crescita personale e spiritualità
Ho letto una volta… “la comunità, l’ecovillaggio, il gruppo… il percorso di crescita personale più lungo della vita!”
Pensavo di aver compreso e assimilato questo concetto in modo profondo, ma ciò che è insito in queste parole, è inimmaginabile fino al momento in cui non lo vivi, finché non ci sei in mezzo!
Mentre scorrono i giorni, costellati di momenti stupendi e appaganti e da situazioni dolorose e difficili, stati d’animo spiacevoli, conflitti e scelte, (come ho già scritto nell’articolo precedente, “Scegliere significa rimettere in discussione”) da affrontare con attenzione e presenza, la Vision di Tempo di Vivere mi risuona nella testa!
Nella Vision si legge:
Tempo di Vivere nasce come comunità intenzionale che mette al centro la persona con i suoi bisogni più profondi, mettendo in atto accoglienza, accettazione, ascolto attivo e non-giudizio, con il fine di permettere a ognuno di aprirsi, fidarsi e affidarsi agli altri, mostrando la parte più intima di sé.
Per stabilire relazioni durature e costruttive, basate sul sostegno comune, è necessario imparare a comunicare prima con noi stessi e poi anche con gli altri.
Vivere a stretto contatto con altre persone non è semplice.
Una volta alla settimana qui a Tempo di Vivere ci riuniamo per fare un cerchio emozionale dove condividiamo col gruppo il nostro stato d’animo, cosa ci passa per la testa o, semplicemente, cerchiamo di affrontare eventuali sospesi con qualcuno.
Qualche giorno fa, durante un cerchio, abbiamo affrontato il momento di difficoltà di uno di noi e tra i vari spunti, Gabriella ha detto “potrebbe essere che a volte, pur sapendo tutto il bene che ci unisce, tu possa non sopportarci... è normale... accettalo”.
In quel momento la mia testa si è fermata, ha preso quella frase e l’ha ripetuta più volte in modo quasi meccanico, finché ho capito, con sorpresa, che questa cosa succede anche a me.